La diva gentile. Soava Gallone nelle riviste cinematografiche italiane dal 1915 al 1925.
- Institution: Ricercatrice indipendente
- Year of publication: 2015
- Source: Show
- Pages: 239-252
- DOI Address: https://doi.org/10.15804/IW.2015.06.14
- PDF: iw/06/iw614.pdf
THE “DIVA GENTILE”. THE ACTRESS SOAVA GALLONE IN ITALIAN CINEMA MAGAZINES FROM 1915 TO 1925
this article illustrates the critical reception of Soava Gallone, born Stanislava Winawer, according to Italian movie magazines between 1915 and 1925. the career of the Polish actress, who settled in Italy in 1911, developed especially during the golden age of the “Diva-Film”, a proper Italian film genre that focuses attention on female roles and on the characters that they play, of Symbolist and Dannunzian derivation. the actress’ approach to her craftwas a far cry from the canons of the “divas” of that time, who were characterised by languid gazes and mannered poses. While Lyda Borelli, Francesca Bertini, Pina Menechelli played mainly “femmes fatales”, Soava Gallone preferred more reassuring characters whose seductive implications were often derived from the cruelty of the male characters. In Avatar (Carmine Gallone, 1915), Gallone played a loyal wife; in Senza Colpa! (Carmine Gallone, 1915), she played an innocent woman forced to defend herself from an attempted rape with homicide; in La Chiamavano Cosetta (eugenio Perego, 1917), she portrayed a woman pushed to false desires for luxury and wrongful wishes, having been ripped from her simple world. Finally, in Il Bacio di Cyrano (1919), Maman Poupée (1919), Amleto e il Suo Clown (1920) and Marcella (1921), she consistently portrayed the same type of character: a gentle woman with angelic features. even the public image she tried to build for herself was that of a reassuring, smart and cultured woman. the photographs depicting her never showed her in poses as seductive as those of Menechelli or Bertini, and for the majority of the columnists of the Italian press of those years, Soava Gallone was described as “the pale blonde creature”, “the beautiful, simple and spontaneous [one]”, the “gentle and pleasing interpreter”.
Il mio intervento intende illustrare la ricezione di Soava Gallone, nata Stanislawa Winawer, attraverso le riviste cinematografiche italiane tra gli anni 1915-1925. La carriera dell’attrice polacca, trapiantata in Italia nel 1911, si sviluppa soprattutto durante il periodo d’oro del “Diva-Film”, un vero e proprio genere cinematografico italiano che si concentra sulle interpreti femminili e sui personaggi che queste interpretano, di derivazione simbolista e dannunziana. L’attrice si caratterizza per un atteggiamento ben diverso rispetto ai canoni delle “dive” del tempo, tutte occhi languidi e pose manierate. Lyda Borelli, Francesca Bertini, Pina Menechelli interpretano soprattutto ruoli da femme fatale, Soava Gallone, invece, preferisce personaggi più rassicuranti, i cui risvolti seduttivi sono spesso derivati dalla crudeltà dei personaggi maschili. In Avatar (Carmine Gallone, 1915) è una moglie fedelissima, in Senza colpa! (Carmine Gallone, 1915) una creatura innocente costretta a difendersi da una tentata violenza con l’omicidio, in La chiamavano Cosetta (eugenio Perego, 1917) viene spinta al lusso e a desideri sbagliati perché strappata dal suo mondo ingenuo. e ancora in Il bacio di Cyrano (1919), Maman Poupèe (1919), Amleto e il suo clown (1920), Marcella (1921), il suo è sempre un personaggio delicato e dai tratti angelici. Anche l’immagine pubblica che cerca di costruirsi è quella di una donna rassicurante, intelligente e colta. Le fotografie che la ritraggono non la mostrano mai nelle pose seduttive di una Menechelli o di una Bertini e per la maggior parte degli articolisti della stampa italiana di quegli anni, Soava Gallone è “la tenue bionda creatura”, “la bellissima, semplice e spontanea”, la “gentile e soave interprete”. Parole chiave: Soava Gallone, Diva-film, ricezione critica, cinema italiano, riviste cinematografiche italiane
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