Perdersi ne La foresta-radice-labirinto. Calvino e la pedagogia del paesaggio per bambini
- Institution: Uniwersytet Warszawski, Polonia
- ORCID: https://orcid.org/0000-0002-0148-4006
- Year of publication: 2022
- Source: Show
- Pages: 53-73
- DOI Address: https://doi.org/10.15804/IW.2022.13.1.03
- PDF: iw/13_1/iw13103.pdf
Getting Lost in La Foresta-Radice-Labirinto: Calvino and the Pedagogy of Landscape for Children
The paper examines La Foresta-Radice-Labirinto (1981), a fairy tale which is one of Italo Calvino’s latest and lesser known works. In what can be regarded as his testament, Calvino looks back on and revives the ecological commitment of his literary production and his attention to the complex relationship between nature and culture, which has been a prominent leitmotif of his writings (from The Baron in the Trees to The Cloud of Smog, and from the adventures of Marcovaldo to the Invisible Cities). The paper offers a detailed symbological and eco-critical analysis of the text, in order to examine an ‘ecology of mind’ as developed by Calvino, invariably sensitive to hybridisation and to the ongoing and often difficult relation between historical and environmental mutations. In doing so, the paper lists and explores the construction of images-icons and figures-types that make up what Calvino calls ‘a pedagogy of imagination’. The paper focuses on Calvino’s dedication to education through fairy tales as a primary form of experience, capable of conveying universal messages to a young readership, and on his longing for an authentic exposure to the environment, where getting lost means finding oneself and where chaos leads to a new order, founded on an ethical search for a more harmonious union of city, human beings and nature.
In questo articolo si prende in esame uno dei testi meno noti dello scrittore italiano Italo Calvino, ovvero la fiaba intitolata La foresta-radice-labirinto pubblicata nel 1981, che fa parte delle sue ultime opere. Si tratta di un testo, quasi testamentale, in cui l’autore ricapitola e rilancia la vocazione ecologica della sua produzione letteraria, nonché la sua attenzione verso i complessi rapporti tra natura e cultura, che egli aveva in precedenza affrontato come filo rosso della sua opera (dal Barone rampante alla Nuvola di smog, dalle avventure di Marcovaldo alle Città invisibili). Tramite una dettagliata analisi simbologica ed eco-critica di questa storia per l’infanzia, nel saggio si punta a seguire l’autore, sempre sensibile all’ibridazione e ad una relazione continua, spesso ‘difficile’, tra mutazioni storiche e difesa dell’ambiente, nel suo disegno di una ‘ecologia della mente’ che meglio si sintetizza nella costruzione di immagini-icone e di figure-tipo, elencate nel corso di questo studio, che costruiscono la cosiddetta ‘pedagogia dell’immaginazione’ calviniana. Il saggio ha lo scopo di far emergere il profilo di uno scrittore che, tramite la fiaba, intesa come forma primaria di esperienza, capace di veicolare messaggi universali, punta ad educare sin dalla più giovane età alla nostalgia di una autentica esposizione all’ambiente, dove il perdersi significa ritrovarsi e dove il caos porta in ‘dono’ un nuovo ordine, favorendo la ricerca etica e problematica di una unione, più armoniosa, tra città, uomo e natura.
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